Chi di voi non ha provato mai i Cargiù? Provate e fatece sapè come ve sò venuti
I calcioni in dialetto marchigiano i cosidetti “cargiù”
Le origini dei cargiù prendono spunto e nascita dalle tradizioni medievali e rinascimentali delle mense nobili, cioè venivano serviti bocconcini “ambigui” non si faceva distinzione tra dolce e salato era indifferente quindi la portata era impiegata anche di tipo misto, detta allora “servizio”.
Essi venivano preparati per i pranzi di festa durante il periodo primaverile, quando le pecore hanno più latte e le ricotte fresche sono profumate di pascoli teneri.
I cargiù sono dei ravioli dalle dimensioni piuttosto grandi, possono essere a forma di mezza luna o triangolo così che il sapore della farcitura sia sublime.
Nella preparazione di questo piatto è immportante la freschezza e la qualità delle materie prime : la sfoglia d’ uovo stesa a mano e la ricotta di pecora.
Si condiscono tradizionalmente con un buon sugo di carne ma anche in bianco conditi con un ottimo olio extravergine di oliva e una spolverata di pecorino e pepe.
Ogni località ha la propria versione di calcioni, per questo è difficile ricostruirne una ricetta “classica”.
Siete pronte a mettervi all’opera care vergarelle delle Marche? Vi presentiamo la nostra ricetta:
Ingredienti per la farcitura (ovviamente da preparare il giorno prima):
- 5 uova
- 50 g di parmigiano
- 450 g di pecorino stagionato
-noce moscata e pepe q.b.
Una volta che l’impasto è pronto bisogna metterlo in frigo e lasciarlo riposare fino al giorno seguente.
Ingredienti per la sfoglia:
- 1 uovo
- 15 g di olio
- 75 ml di latte
- 250 g di farina tipo 0

Per quanto riguarda la sfoglia bisogna prendere spunto dalla sfoglia delle tagliatelle è proprio la stessa, una volta tirata la pasta dobbiamo fare dei cerchi, per fare in modo preciso la forma potete prendere una tazza da colazione, poi mettete dentro la farcia e chiudeteli come dei ravioloni.
Una volta chiusisui bordi bisogna saldateli bene con una rotella taglia pasta o semplicemente con una forchetta, per ultimo disponeteli su una teglia con carta da forno e infornate per 25-30 minuti a 160/170 gradi.
Ricordateve vergarelle giovani e vecchiarelle l’importante è magnà a volontà cose bone e de qualità, i formaggi, lu mattarello i tempi de na volta che nun ce stanno più ce fa ricorda’ Haidi tra li monti “haidi ti sorridono i monti”.
Le magnate casarecce so sempre le più bone il cibo italiano ma sopratutto marchigiano non potete non assaporarlo.
Un ringraziamento speciale alla nostra Fan Marzia Carboni per aver condiviso la ricetta.